tag:blogger.com,1999:blog-10511647915030078842023-12-12T16:45:05.026+01:00Blog di Giovanni ValloneATTUALITÀ & NEWSAnonymoushttp://www.blogger.com/profile/08822890949873841772noreply@blogger.comBlogger282125tag:blogger.com,1999:blog-1051164791503007884.post-89001365339820527492017-10-11T01:25:00.000+02:002017-10-11T01:46:34.125+02:00QUESTA E' VERA CIVILTÀ..NON LA PORCHERIA CHE ABBIAMO IN ITALIA.<div style="text-align: justify;">
Mentre in Italia giacciono in Parlamento proposte di legge mai discusse, nel resto d'Europa sono in vigore forme di sostegno e sussidi non destinati solo ai disoccupati. Dal modello scandinavo all'esperimento francese, ecco come funzionano e quanto valgono. Ma il primato va all'Alaska (grazie al petrolio). In Brasile povertà dimezzata con il piano di Lula.</div>
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L’ultima ad entrare nel club è stata l’Ungheria, nel 2009. Tutti gli altri paesi dell’Europa a 28 (tranne Italia e Grecia) hanno adottato da tempo forme di reddito minimo garantito per consentire ai loro cittadini più deboli di vivere una vita dignitosa, così come l’Europa chiede fin dal 1992. Strumento pensato per alleviare la condizione di insicurezza di chi vive al di sotto della soglia di povertà, in caso di perdita del lavoro il reddito minimo scatta quando è scaduta l’indennità di disoccupazione (che in Italia è l’ultima tutela disponibile) e il disoccupato non ha ancora trovato un nuovo impiego. Ma nell’Ue ne beneficia anche chi non riesce a riemergere dallo stato di bisogno nonostante abbia un lavoro. Negli ultimi anni la tendenza generalizzata, secondo il rapporto The role of minimum income for social inclusion in the European Union 2007-2010 stilato dal Direttorato generale per le politiche interne del Parlamento Ue, è stata quella di razionalizzare i vari sistemi, cercando di legare più che in passato il sostegno a misure per rafforzare il mercato del lavoro in modo da creare occupazione e ridurre il numero dei beneficiari. Ma il reddito minimo continua ad assolvere alla sua funzione: quella di ultimo baluardo garantito dagli Stati contro l’indigenza.</div>
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DANIMARCA – Il modello scandinavo. Informato ai principi dell’universalismo, il sistema danese è tra i più avanzati del continente ed è basato su un pilastro principale: il Kontanthjælp, l’assistenza sociale. Il sussidio è tra i più ricchi: la base per un singolo over 25 è di 1.325 euro (escluso l’aiuto per l’affitto, che viene elargito a parte), che arrivano a 1.760 per chi ha figli. I beneficiari che non hanno inabilità al lavoro sono obbligati a cercare attivamente un’occupazione e ad accettare offerte appropriate al loro curriculum, pena la sospensione del diritto. A differenza della maggior parte degli altri paesi, il sussidio è tassabile. E se ci si assenta dal lavoro senza giustificati motivi, viene ridotto in base alle ore di assenza. Fino al febbraio 2012, poi, esisteva lo Starthjælp, letteralmente “l’indennità di avviamento ad una vita autonoma”, il cui contributo minimo era di 853 euro: il beneficio è stato abolito in un tentativo di riorganizzazione e razionalizzazione del sistema.</div>
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GERMANIA – Il modello centroeuropeo. In Germania lo schema di reddito minimo è basato su 3 pilastri: l’Hilfe zum Lebensunterhalt, letteralmente un “aiuto per il sostentamento“, un assegno sociale per i pensionati in condizioni di bisogno (Grundsicherung im Alter) e un sostegno ai disoccupati con ridotte capacità lavorative (Erwerbsminderung). Dal 1° gennaio 2013 il contributo di primo livello (il più alto) è di 382 euro per un singolo senza reddito. Sussidi per l’affitto e il riscaldamento vengono elargiti a parte, come le indennità integrative per i disabili, i genitori soli e le donne in gravidanza. Lo Stato pensa anche alla prole: 289 euro per ogni figlio tra i 14 e i 18 anni, 255 euro tra i 6 e i 14 anni, 224 euro da 0 a 5 anni. La durata è illimitata, con accertamenti ogni 6 mesi sui requisiti dei beneficiari, a patto che chi è abile al lavoro segua programmi di reinserimento e accetti offerte congrue alla sua formazione. Ne hanno diritto i cittadini tedeschi, gli stranieri provenienti da paesi Ue che hanno firmato il Social Security agreement e i rifugiati politici.</div>
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REGNO UNITO – Il modello anglosassone. Oltremanica il reddito minimo è garantito da un complesso sistema di sussidi basati sulla “prova dei mezzi”, la misura del reddito dei richiedenti. L’Income Support è uno schema che fornisce aiuto a chi non ha un lavoro full time (16 ore o più a settimana per il richiedente, 24 per il partner) e vive al di sotto della soglia di povertà. Il sostegno ha durata illimitata finché sussistono le condizioni per averlo e varia in base ad età, struttura della famiglia, eventuali disabilità, risorse che i beneficiari hanno a disposizione: chi ha in banca più di 16mila sterline non può accedervi e depositi superiori alle 6mila riducono l’importo del sostegno. Le cifre: i single tra i 16 e i 24 anni percepiscono 56,80 pound a settimana, gli over 24 arrivano a 71,70 (per un totale di circa 300 sterline al mese, pari a 330 euro, contro le 370 del 2007). Un aiuto dello stesso importo garantisce la Jobseeker Allowance, riservata agli iscritti nelle liste di disoccupazione: “Per riceverlo il candidato deve recarsi ogni due settimane in un Jobcenter e dimostrare che sta attivamente cercando lavoro”. Lo Stato aiuta chi ha bisogno anche a pagare l’affitto e garantisce alle famiglie assegni per il mantenimento dei figli.</div>
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FRANCIA – Esperimento di reddito modulare. A due diversi tipi di sostegno rivolti ai disoccupati, si è aggiunto nel 1988 il Revenu Minimun d’Insertion, sostituito nel giugno 2009 dal Revenu de Solidarité Active. Ne ha diritto chi risiede nel paese da più di 5 anni, ha più di 25 anni, chi è più giovane ma ha un figlio a carico o 2 anni di lavoro sul curriculum. Un singolo percepisce 460 euro mensili (in aumento dai 441 del 2007), una coppia con 2 figli 966 euro. E il sussidio, che dura 3 mesi e può essere rinnovato, aumenta con l’aumentare della prole. Perché il sostegno non si trasformi in un disincentivo al lavoro, il beneficiario deve dimostrare di cercare attivamente un’occupazione, partecipare a programmi di formazione e l’importo del beneficio è modulare: man mano che cresce il reddito da lavoro, diminuisce il sussidio, ma in questo modo il reddito disponibile aumenta.</div>
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BUONE PRATICHE</div>
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BELGIO -.Quello belga è un sistema rigido, ma generoso: 725 euro il contributo mensile per un singolo. Con l’inizio della crisi Bruxelles ha, inoltre, aumentato le tutele, adottando nel luglio 2008 per gli anni 2009-2011 l’Anti-Poverty Plan, un’ulteriore serie di misure per garantire il diritto alla salute, al lavoro, alla casa, all’energia, ai servizi pubblici. Inoltre il Belgio è tra i paesi che, con Germania e Danimarca, consentono di rifiutare un lavoro perché non congruo al proprio livello professionale senza vedersi sospeso il sussidio (idea affine a quella proposta in Italia da M5S e Sel): un meccanismo studiato per contrastare quella fascia di lavori a bassa qualificazione che prolifera in conseguenza dell’obbligo di accettare un impiego per non perdere il sostegno.</div>
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IRLANDA -.Anche quello irlandese figura tra i sistemi più generosi: 849 euro il contributo massimo per un singolo. E grazie al Back to Work Allowance nell'isola un disoccupato che intraprende un’attività lavorativa continua ad usufruire dei sussidi per diversi mesi dopo l’avvio del lavoro. Anche se si riprendono gli studi si può richiedere un sostegno al reddito grazie al Back to study Allowance. </div>
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OLANDA -.I Paesi Bassi, invece, oltre ad avere un sistema di manica larga con singoli (617 euro il contributo mensile massimo) e famiglie (1.234 euro, sia che si tratti di coppie sposate che di coppie di fatto, con figli e senza) hanno messo a punto il Wik, una misura specifica per gli artisti, studiata per garantire una base economica a chi si dedica alla creazione artistica.</div>
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ESPERIMENTI NEL MONDO: IL REDDITO DI CITTADINANZA IN ALASKA E BRASILE.<br />
A differenza del reddito minimo, il reddito di cittadinanza, in inglese basic income, è una forma universalistica di sostegno del reddito garantita dallo Stato a tutti i cittadini maggiorenni a prescindere dai loro averi e dalla loro disponibilità a lavorare. Secondo la Global Basic Income Foundation, l’unico paese al mondo in cui esiste un reddito di cittadinanza è l’Alaska. Dal 1982 l’Alaska Permanent Fund, nel quale confluisce almeno il 25% dei proventi dei giacimenti di petrolio e gas dello Stato, garantisce un dividendo a tutti i cittadini residenti da almeno un anno. L’importo varia in base a proventi annui del settore minerario: nel 2011 è stato di 1.174 dollari, nel 2008 aveva toccato i 2.100. E si tratta di un sostegno individuale, quindi una famiglia composta da 5 persone riceverà 5 sussidi. Il Brasile, invece, si è dotato di un basic income, la Bolsa Familia, con la legge n. 10.835/2004 promulgata dal presidente Lula l’8 gennaio 2004. In base ai dati della Banca Mondiale, in questi anni la percentuale di persone che vivevano sotto la soglia della povertà (fissata nelle parti più ricche del mondo emergente a 4 dollari al giorno) è scesa dal 42.84%, del 2003 al 27.60% del 2011. E, secondo il Ministero per lo Sviluppo Sociale, il budget per il programma sarà portato dai 10,7 miliardi di dollari del 2012 a 12,7 nel 2013.</div>
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Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/08822890949873841772noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1051164791503007884.post-91127021633395425482015-01-05T10:43:00.002+01:002015-01-10T18:05:12.606+01:00L'IMPORTANZA DI OPPORSI A QUESTO SISTEMA.<div style="text-align: justify;">
Alessandro Di Battista [M5S]</div>
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Oggi tutti i quotidiani parlano di Renzi che va a sciare a spese nostre. E' successo perché un cittadino alla Camera, Paolo Romano, 30 anni, di Asti, membro della Commissione Trasporti, si è messo a studiare delle carte.</div>
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Si è scaricato i dati del Radar del 30 dicembre, ha confrontato i codici dell'aeroporto di Firenze e di Aosta e quello relativo alla presenza del Premier sul Falcon 900. Poi ha cercato informazioni sui costi della sciata. Un'ora di Falcon costa 9000 euro al contribuente (lo stesso contribuente dissanguato da Equitalia).</div>
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Ha denunciato tutto e nelle prossime produrrà atti parlamentari al riguardo. Ha fatto il suo dovere, e l'ha fatto bene. Oggi milioni di italiani conoscono questa vicenda. Ognuno farà le sue valutazioni – ciononostante – sappiamo che il Presidente del Consiglio e famiglia sono andati in vacanza con un “aereo blu”.</div>
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Mesi fa io e Luigi Di Maio presentammo un'interrogazione parlamentare sul Patto del Nazareno. Già Roberto Fico aveva denunciato che la svendita di Rai Way (la società – controllata RAI - che gestisce la rete dove passa il segnale televisivo) fosse un regalo a Mediaset frutto dell'accordo “Renzusconi”.</div>
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Noi abbiamo sempre sospettato che il Patto nascondesse molto altro. Ci infuriammo quando il PD abbassò le pene sul reato di scambio politico-mafioso e pensammo che fosse frutto di “indicibili accordi” (FI, lo ricordo, è stata fondata da un mafioso).</div>
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Abbiamo sempre pensato che B. avrebbe barattato qualsiasi riforma costituzionale (se sono di stampo piduista ancor meglio) in cambio di un “salvacondotto”, della possibilità di essere rieletto in Parlamento dato che a suo carico pendono nuovi procedimenti giudiziari (tra i quali un processo per la corruzione dell'ex-Senatore De Gregorio) e i "privilegi della casta" gli farebbero comodo.</div>
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Ebbene, oggi si scopre che il 24 dicembre scorso, la vigilia di Natale, da Palazzo Chigi usciva una norma – probabilmente - utile a cancellare l'interdizione dai pubblici uffici del Boss di Arcore.</div>
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Senza polemica alcuna domando ai detrattori e ai critici: ma senza la presenza di cittadini nelle Istituzioni quando mai sarebbero venute a galla certe notizie (parlo del volo di Renzi)? Chi avrebbe mai fatto opposizione a questo sistema? Capite perché ci odiano così tanto? Perché un cittadino curioso e onesto come Paolo che si mette a spulciare carte su carte e scopre la <a href="https://www.facebook.com/hashtag/vacanzarenziana?source=feed_text&story_id=641569149288486">#vacanzarenziana</a> è un rompicoglioni per il sistema e chiunque disturba i potenti va neutralizzato.</div>
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C'è sempre tempo per aprire gli occhi. Io una volta votai il PD, poi mi sono disintossicato. A riveder le stelle!</div>
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Fonte:<a href="https://www.facebook.com/dibattista.alessandro/posts/641569149288486">https://www.facebook.com/dibattista.alessandro/posts/641569149288486</a></div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/08822890949873841772noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1051164791503007884.post-10850108529733752732014-12-13T00:52:00.001+01:002014-12-14T02:35:24.768+01:00Riforme: il governo va sotto per emendamento su senatori a vita.<span style="text-align: justify;">È successo in commissione alla Camera nella votazione di una modifica al ddl riforme che cancella dal testo i cinque parlamentari di nomina del Capo dello Stato. A favore Sel, M5S, Lega e anche una parte della minoranza. Renzi: "Pensano di intimidirci ma non mi conoscono". E i renziani pensano al voto.</span><br />
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“Pensano di intimidirci”, commenta il presidente del Consiglio con i suoi, “ma non mi conoscono: credono di mandarci sotto per far vedere che esistono, anche a costo di votare con Grillo e Salvini”. La guerra di nervi tra minoranza democratica e il premier va in scena a Montecitorio. Oggi è stato approvato con 22 voti favorevoli, 20 contrari e nonostante il parere negativo delgoverno un emendamento, presentato dal deputato della minoranza Pd Giuseppe Lauricella, secondo il quale il futuroSenato dei 100 sarà composto esclusivamente da rappresentanti territoriali, senza senatori a vita di nomina presidenziale. Anche Sel e Forza Italia avevano presentato emendamenti simili che sono stati accorpati. A decidere ora sarà il voto dell’Aula e nel caso in cui questo fosse approvato, si dovrebbe tornare a Palazzo Madama e ricominciare il percorso della riforma costituzionale. “Vedremo se sarà confermato”, ha commentato il ministro Maria Elena Boschi. “Secondo me in politica all’interno di un partito non si manda mai sotto il governo e il suo capogruppo”, ha invece detto il relatore Pd Emanuele Fiano.</div>
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A favore hanno votato Sel, M5S, Lega e anche una parte della minoranza Pd. Sarebbe stato determinante il sì dell’esponente di Forza Italia Maurizio Bianconi, che si è espresso a favore dell’emendamento in dissenso dal gruppo. La modifica conferma il Senato dei 100, ma senza quelli del presidente della Repubblica. Assieme all’esponente azzurro, hanno votato diversi deputati Pd: Bindi, D’Attorre, Agostini, Lattuca, Meloni, Pollastrini, Cuperlo, Lauricella. Andrea Giorgis (Pd) si è astenuto mentre il presidente della commissione, Sisto, ha votato contro. “E’ il segnale”, ha detto il bersaniano Alfredo D’Attorre, “che sui punti che non sono centrali bisogna lasciare alla commissione la possibilità di discutere e decidere, dato che stiamo rispettando tutti il principio di non toccare i pilastri”.</div>
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“Era un emendamento minimale, tecnico, non politico. L’abbiamo presentato per affermare un principio perché se il Senato deve rappresentare le istituzioni territoriali, i senatori di nomina presidenziale cosa c’entrano? Poiché la scelta del relatore e del governo di proseguire su questa linea non è stata argomentata, abbiamo deciso di andare al voto”, ha detto il deputato democratico Enzo Lattuca a ilfattoquotidiano.it. In precedenza la minoranza Pd aveva ritirato decine di emendamenti e su questo, alla fine, visto che in fondo è una norma poco significativa il deputato aveva “consigliato” al governo e al relatore di rimettersi all’Aula in modo che il voto non fosse poi letto in senso politico, come del resto sta avvenendo.</div>
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Esulta Matteo Salvini, segretario del Caroccio: “Col voto determinante della Lega, in commissione alla Camera è stata approvata l’abolizione dei senatori a vita. Bene! E se si dimettessero anche Monti e compagni, non sarebbe male”, ha scritto su Twitter. “La soppressione dei senatori a vita è non solo una buona notizia rispetto ad un istituto di per sé anacronistico, ma è anche il superamento di una situazione anomala nella quale, senza consenso popolare, figure che avrebbero dovuto essere super partes hanno – a volte – giocato un ruolo di parte, determinando la vita politica nazionale al di là delle scelte democratiche degli elettori”, ha detto Daniele Capezzone, presidente della Commissione Finanze della Camera. “L’approvazione dell’emendamento Lauricella oggi in Commissione Affari Costituzionali è dunque un successo del collega Bianconi, e, con lui, degli altri 17 deputati di Forza Italia che avevano (avevamo) firmato analogo emendamento soppressivo”.</div>
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Se il presidente del Consiglio reagisce con durezza, così anche i renziani che subito parlano di elezioni. A distanza di meno di due ore dal voto della commissione Affari costituzionali della Camera, a palazzo Madama i senatori renziani Stefano Collina, Andrea Marcucci e Francesco Verducci annunciano la presentazione di subemendamenti alla riforma elettorale. “L’Italicum -si legge- entra in vigore dal 1 gennaio 2016. Nel periodo transitorio dall’approvazione della legge elettorale alla sua effettiva validità, viene ripristinato il Mattarellum”. La mossa è ‘condità nella considerazione che si tratta di “una clausola che non scatterà, il governo Renzi ha bisogno di arrivare alla fine naturale della legislatura per verificare gli effetti delle riforme avviate”. Tuttavia il segnale è evidente e i senatori lo esplicitano così: “Se dobbiamo proprio prevedere una clausola di salvaguardia, crediamo che il Mattarellum risponda perfettamente ai requisiti indicati dalla Consulta ed interpreti molto meglio l’esigenza di rafforzare la governabilità del Paese”. In termini ancor più chiari il vice presidente democrat della Camera, Roberto Giachetti, twitta: “I frammenti di minoranza finalmente si uniscono. Obiettivo impallinare il governo. Con amici così a che servono i nemici? Elezioni subito”.</div>
Ha collaborato Diego Pretini<br />
<a href="http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/12/10/riforme-governo-emendamento-senatori-vita/1262090/">http://www.ilfattoquotidiano.it/2014/12/10/riforme-governo-emendamento-senatori-vita/1262090/</a>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/08822890949873841772noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1051164791503007884.post-84433266307947907262014-12-06T23:23:00.001+01:002014-12-07T00:13:17.240+01:00Reddito di Cittadinanza.<div style="text-align: justify;">
In europa quando spunta qualche tassa questa bisogna estenderla a tutti i membri invece quando c'è qualche sgravio oppure qualche beneficio un paese può decidere arbitrariamente, siamo rimasti fra gli ultimi che non hanno un reddito di cittadinanza. In diversi paesi europei esistono già da diversi anni varie forme di reddito di base che si accompagnano ad altri interventi di sostegno al reddito;<br />
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- in Belgio, viene elargito il Minimax, una rendita mensile di 650€, rilasciata a titolo individuale, a cui può avere accesso chiunque;</div>
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- in Lussemburgo, abbiamo il Revenu Minimum Guaranti, un reddito individuale che si aggira intorno ai 1100€ e che si ottiene fino al raggiungimento di una migliore condizione economica;</div>
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- in Olanda, esiste che si accompagna a tutta una serie di sostegni per affitti, trasporti e accesso alla cultura. Esiste inoltre un'altra forma di reddito minimo di 500€, il Wik, garantito agli artisti per poter permettere loro di creare in libertà senza troppi oneri economici;</div>
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- in Austria, c'è il Sozialhilfe (letteralmente “aiuto sociale”) affiancato a diverse coperture delle utenze quali elettricità, gas e affitto ed altri aiuti economici per il cibo;</div>
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- in Norvegia, viene chiamato “reddito di esistenza” si tratta di un versamento mensile di 500€, che si integra a coperture dell'affitto e dell'elettricità;</div>
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- in Germania, esiste l'Arbeitslosengeld II, rilasciato a tutti coloro, di età compresa tra i 16 e i 65 anni, che non hanno un lavoro o appartengono a fasce di basso reddito. Si tratta di una rendita mensile di 345€;</div>
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- in Gran Bretagna, L'Income Based Jobseeker's Allowance è una rendita individuale illimitata nel tempo, che varia dai 300 ai 500€, viene garantito l'affitto e assegni familiare a chi a più figli, inoltre hanno sussidi per studiare .</div>
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- in Francia, il sussidio è di 425 euro se si è single e 638,10€ per la coppia. Se si ha un figlio danno 893 euro + 170 in più per ogni figlio.+ sussidi per affitto , utenze e studi.</div>
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- IN ITALIA, SUSSIDIO SOLO A POLITICI A VITA.<br />
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Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/08822890949873841772noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1051164791503007884.post-57689348197486156882011-04-17T23:56:00.000+02:002015-01-11T23:25:16.080+01:00La Francia blocca i trattamenti anti-grasso ad ultrasuoni,laser, infrarossi perché ritenuti dannosi.<div style="text-align: justify;">
Mentre nei centri estetici italiani, in vista dell’estate, si prenotano i trattamenti di dimagrimento localizzato – la Francia ha deciso una stretta sui cosiddetti rimedi anti-grasso, attraverso<span id="more-3456"></span> un decreto che blocca ""mesoterapia, ultrasuoni, laser, infrarossi e radiofrequenza" in quanto rappresentano "un pericolo grave per la salute umana" o quantomeno sono sospettati di esserlo.</div>
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La decisione è stata presa in seguito a un avviso della Haute autoritè de santè (Has) sulle troppe segnalazioni dei pazienti che, dopo il trattamento, si erano rivolti al ministero della Salute francese. <br />
La Has ha evidenziato "complicazioni gravi" su 23 pazienti che dopo essersi sottoposti a iniezioni di soluzioni ipo-osmolari avevano riportato necrosi cutanee, ematomi, lesioni sub-cutanee, ulcerazioni, trombosi. Addirittura, secondo le autorità sanitarie, per altri dieci pazienti si sono resi necessari interventi chirurgici per risolvere i problemi causati. Il giudizio del ministero non lascia scampo: "Le tecniche di lisi adipocitaria non invasive (e invasive) presentano rischi di danni gravi per la salute umana".<br />
Si tratta di una decisione, quella francese che ha fatto scalpore anche in Italia dove la cosiddetta cavitazione, il laser e mesoterapia promettono risultati senza danni. <br />
Il giro di vite della Francia dovrebbe farci riflettere – se pensiamo che ogni anno, in Italia, vengono effettuati circa 100mila trattamenti di lipolisi, come quelli vietati in Francia, per l'eliminazione del grasso localizzato.</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/08822890949873841772noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1051164791503007884.post-39612809224684195372011-04-03T20:40:00.000+02:002014-12-09T00:17:01.179+01:00Antitrust: multe alle aziende per oltre 111 milioni di euro<div class="data">
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Oltre 111 milioni di euro in sanzioni, tra intese, pratiche commerciali scorrette e abusi di posizione dominante. Anche nel 2010, secondo quanto si legge nella relazione annuale dell'Antitrust, trasmessa il 30 marzo a Palazzo Chigi, l'Autorità ha utilizzato a pieno le sue prerogative. Nell'anno scorso, in<span id="more-3388"></span>applicazione della normativa a tutela della concorrenza, sono state valutate 502 operazioni di concentrazione, 11 intese, 13 possibili abusi di posizione dominante. I procedimenti per pratiche commerciali scorrette sono stati invece 272.</div>
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<strong>Concentrazioni</strong>. i casi esaminati sono stati 502. In 478 casi l'Autorità non ha riscontrato una violazione di legge, 23 casi si sono conclusi per non applicabilità della legge e in un caso l'Autorità ha condotto un'istruttoria subordinando la decisione di autorizzazione dell'operazione alla modifica da parte delle imprese delle misure correttive precedentemente imposte.</div>
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<strong>Intese</strong>. Nel 2010 sono stati portati a termine undici procedimenti istruttori in materia di intese. In cinque casi esaminati, il procedimento si è concluso con l'accertamento della violazione del divieto di intese restrittive della concorrenza. In considerazione della gravità delle infrazioni commesse, sono state comminate alle imprese sanzioni per un ammontare complessivo pari a oltre 111 milioni di euro.</div>
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E per l'Antitrust restano Poste, ferrovie, gestioni autostradali e aeroportuali, i settori in cui è più carente la concorrenza. </div>
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L'Autorità per la concorrenza ribadisce le criticità evidenziate già nel febbraio 2010 in occasione della segnalazione inviata agli organi titolari dell'indirizzo politico in vista della presentazione del primo disegno di legge annuale per la concorrenza e il mercato.<br />
L'Autorità guidata da Antonio Catricalà evidenzia come "permangono rilevanti criticità del quadro normativo che rallentano lo sviluppo della concorrenza nei vari mercati". Solo in pochi casi, infatti, il legislatore è intervenuto, recependo i suggerimenti tecnici dell'Autorità.<br />
Poste, ferrovie, gestioni autostradali e aeroportuali, restano, pertanto, "i settori sui quali è prioritario intervenire per introdurre assetti di mercato realmente competitivi che possano agevolare la ripresa della crescita economica". Sono, peraltro, comparti accomunati dalla "urgente necessità di attribuire i compiti di regolazione ad organismi tecnicamente qualificati, autorevoli e indipendenti che, sulla falsariga di quanto accaduto nei grandi servizi pubblici a rete, possano sostenere il processo di apertura dei mercati".<br />
Resta poi "insoddisfacente", sul piano della concorrenza, la governance di banche e assicurazioni. Gli assetti di governance delle banche e delle assicurazioni, si legge nel documento, "presentano una conformazione insoddisfacente sotto il profilo concorrenziale: l'intensità degli intrecci azionari e personali tra imprese concorrenti costituisce una peculiarità nazionale che frena le spinte concorrenziali, riduce la contendibilità del controllo e attenua il rapporto tra capitale di rischio investito e responsabilità".<br />
Sono, inoltre, "ancora troppo frequenti le ipotesi di controllo di fatto, dissimulato da partecipazioni di minoranza. E ciò consente gestioni imprenditoriali per le quali risulta indebolita la disciplina del mercato".<br />
Sempre avendo riguardo ai profili di governance, prosegue l'analisi dell'Antitrust, "la figura ambigua dell'amministratore indipendente, la scarsa trasparenza nell'operato di alcuni centrali azionisti quali le Fondazioni, il mancato adeguamento della normativa sulle banche cooperative (in specie delle banche popolari quotate) la cui operatività concreta è oramai largamente assimilabile alle S.p.a sono gli altri elementi che concorrono ad ostacolare l'instaurarsi di una reale concorrenza nell'offerta dei servizi a beneficio di imprese e consumatori".<br />
L'analisi degli sviluppi del quadro regolatorio a oltre due anni e mezzo dall'inizio della legislatura, secondo l'Antitrust, "evidenzia che il processo di apertura dei mercati è rimasto largamente incompiuto". A pesare anche le conseguenze della crisi. "E' cresciuta la domanda di protezione e solo timidi passi sono stati compiuti in direzione di un sistema meno ingessato e più favorevole al libero confronto nel mercato. L'attività del Parlamento è stata caratterizzata dalla centralità di alcune tematiche (in primis la crisi) cui è corrisposto un sostanziale stallo dei processi di liberalizzazione".<br />
Le liberalizzazioni, infatti, "non sono soltanto scivolate via dalle priorità dell'agenda politica". Guardando ai contenuti dell'attività legislativa, "emerge un quadro di luci ed ombre in cui, accanto alla esiguità degli interventi varati, l'orientamento degli organi titolari dell'indirizzo politico si è connotato, sul piano qualitativo, per una sostanziale ambivalenza di fondo".<br />
Emblematiche, in tal senso, sono state l'attuazione "tiepida" data nell'ordinamento nazionale alla cosiddetta. direttiva Servizi "a fronte delle incisive potenzialità liberalizzatici dell'atto comunitario"; "l'ispirazione protezionistica" delle nuove norme sull'Opa; alcune riforme in discussione in Parlamento, "volte a restaurare antichi privilegi in capo agli avvocati e a restringere l'attività delle para-farmacie"; "il freno alla liberalizzazione del trasporto ferroviario regionale" con il rinvio delle gare e il prolungamento dei contratti di servizio con l'operatore storico; le nuove restrizioni in materia di autotrasporto, autoscuole, noleggio con conducente.</div>
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Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/08822890949873841772noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1051164791503007884.post-2880362602809446262011-02-21T15:51:00.000+01:002014-12-09T00:47:16.633+01:00C'è supposta per noi.<div style="text-align: justify;">
1) Introdotta tassa di 30 euro più marca da bollo di 8 per ogni ricorso al giudice di pace.</div>
<div style="text-align: justify;">
2) Eliminata la detrazione del 19% per gli acquisti di abbonamenti ai trasporti pubblici locali;</div>
<div style="text-align: justify;">
3) Eliminata la detrazione del 19% per le spese di a...ggiornamento degli insegnanti.</div>
<div style="text-align: justify;">
4) Cancellato il credito d' imposta, introdotto da Prodi, del 10% alle imprese che fanno ricerca ed</div>
<div style="text-align: justify;">
innovazione.</div>
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5) Niente restituzione fiscal drag a lavoratori e imprese.</div>
<div style="text-align: justify;">
6) Introduzione della cosiddetta tassa sulla tecnologia (lettori multimediali , telef. cellulari, computer). Costerà circa 100 euro a famiglia.</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
7) Aumento tariffe dell' acqua (grazie alla privatizzazione fatta da Tremonti, art. 23 bis decreto legge 133/2008)</div>
<div style="text-align: justify;">
8) Aumento delle tariffe postali</div>
<div style="text-align: justify;">
9) Aumento pedaggi austostrade Anas</div>
<div style="text-align: justify;">
10) Aumento di 3 euro sui biglietti aerei per chi parte da Roma e Milano, per qualsiasi destinazione e su qualunque compagnia, low cost incluse.</div>
<div style="text-align: justify;">
11) Aumento biglietti dei treni, sia regionali che a lunga percorrenza.</div>
<div style="text-align: justify;">
12) Raddoppio dell' IVA sugli abbonamenti alle pay tv</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
13) Tabacchi: aumentano sigarette low cost e "fai da te"</div>
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14) Aumento canone Rai</div>
<div style="text-align: justify;">
15) Confermata l' applicazione dell' Iva sulla tassa rifiuti, nonostante sentenza contraria Corte Cosituzionale.</div>
<div style="text-align: justify;">
16) Stretta fiscale sulle compagnie assicurative (che sicuramente si rifaranno sugli assicurati)</div>
<div style="text-align: justify;">
17) Imposta di scopo (i comuni possono istituire nuovi tributi, ad es. tassa di soggiorno per i turisti) per favorire investimenti nel territorio comunale.</div>
<div style="text-align: justify;">
18) Concessa alle regioni la possibilità di aumentare fino al 3% l' addizionale Irpef.</div>
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19) Istituzione pedaggio sui raccordi autostradali (ad es. Firenze-Siena, Roma-Fiumicino, Salerno-Avellino, tangenziale Bologna)</div>
<div style="text-align: justify;">
<br />
20) Aumento aliquota contributiva, dal 25 al 26%, per iscritti a gestione separata INPS (professionisti senza previdenza di categoria, venditori a domicilio e lavoratori autonomi occasionali)</div>
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21) Aumenta al 10% (dal 7-8) l' "aggio" per la riscossione dei tributi concesso alla Riscossione spa. La nuova norma implica un aggravio per il contribuente pari al 2.5% circa in caso di pagamento dopo il sessantesimo giorno.</div>
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->Il governo Berlusconi non solo ha aumentato le aliquote di tasse e imposte già esistenti, creandone anche delle nuove, come quella sui ricorsi al giudice di pace, ma non ha cancellato manco una delle supposte "67 nuove tasse di Prodi". Tanto sbandierate dalla destra nella passata legislatura, sono ancora tutte li.</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/08822890949873841772noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1051164791503007884.post-75610096411397744842011-01-14T18:48:00.000+01:002014-12-09T00:15:57.249+01:00Doveroso sbaraccare parentopoli<div style="text-align: justify;">
<!-- This must be in the body, because some webmail GUIs ignore the head-->Mentre Tremonti chiede sacrifici a tutti si guarda in Sicilia e scopriamo che Lombardo ha appena pubblicato un bando per 8.400 stagisti da impiegare per un anno, a 500 euro al mese, in enti locali, fondazioni e associazioni no profit – per un costo di 6,5 milioni di euro. </div>
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Una vicenda arrivata dopo il bando per i 4.000 posti negli ospedali, la riduzione delle tasse e l’allargamento dell’esenzione del ticket. L’assessore Russo si arrabbia e dice che questi nuovi posti sono frutto della gestione sana e virtuosa della sanità siciliana e ora hanno un cospicuo tesoretto da spendere. È vero che mancano infermieri, vero che Russo ha scelto la strada della trasparenza e che da 10 anni non si fa un concorso. Qualche dubbio però resta. </div>
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D’altra parte, in questa stagione di crolli di muri ma anche di valori ed ideali, il confine fra moralità e immoralità diventa sempre più labile, sfumato – e se, formalmente, è la legge a segnare l’incerto confine, basta un maneggio alchemico della legge per far diventar legale anche l’immorale. È l’esempio di quello che sta accadendo in Sicilia, ma anche in Italia, a tutti i livelli della politica e dell’amministrazione, delle università, dei media e delle professioni. </div>
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Insomma, un vero boom tanto che si comincia ad esportare tale pratica anche in Europa, nelle segreterie di parlamentari e di commissari dell’U.E. Una pratica riprovevole, dunque, invalsa anche nella compilazione delle testate di lista per la “nomina” a deputato e senatore. Nell’ultima tornata elettorale – c’è stata un’infornata di mogli, figli, fratelli, avvocati e medici personali, portaborse, dipendenti inguaiati, ecc. Tutti promossi al rango di legislatori e taluni fin’anco di ministri e sottosegretari.</div>
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Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/08822890949873841772noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1051164791503007884.post-48633686677326008142011-01-13T19:00:00.000+01:002011-01-13T19:00:38.535+01:00Dal 1° gennaio multe più salate per gli automobilisti<div class="entry"><div style="text-align: justify;">Dopo l’aumento dei carburanti, Rc auto, tariffe energia elettrica e gas, pedaggi vari, commissioni bancarie, trasporti, parcheggi, poste, dal 1° gennaio è scattato l'adeguamento biennale delle sanzioni amministrative, previsto dal Codice della strada (art. 195, D.Lgs. n. 285/92) – facendo registrare un aumento delle multe pari al 2,4%.</div><div style="text-align: justify;">A questo ricordiamo <span id="more-3019"></span>anche il decreto ministeriale del 22 dicembre scorso che stabilisce:</div><div style="text-align: justify;">Parcheggio sul marciapiede. In particolare, gli automobilisti che parcheggiano la vettura sul marciapiede rischiano una multa compresa fra 80 e 318 euro, anziché fra 78 e 311 euro.</div><div style="text-align: justify;">Cellulare alla guida. Alla stessa stregua, chi usa il telefono cellulare alla guida, potrà incorrere in una sanzione compresa fra 152 e 608 euro, anziché da 148 a 594 euro.<br />
L'adeguamento può essere applicato solo alle sanzioni rimaste invariate per tutto il biennio precedente – quindi, restano escluse dall'applicazione le sanzioni nel frattempo inasprite; mentre, rimangono invariate quelle pecuniarie applicate alla «circolazione vietata per smog, all'apposizione di segnali abusivi, al commercio di pezzi non omologati, all'uso di veicoli già sospesi dalla circolazione per mancata revisione, all'uso di motorini truccati o con targa non visibile, al rilascio di patente a soggetti privi dei necessari requisiti morali, all'eccesso di velocità dai 40 Km orari in su, al divieto di fermata o sosta per ciclomotori e moto a due ruote, alla violazione dei tempi di guida o di riposo obbligatori per gli autisti di mezzi pesanti, alla guida con ebbrezza lieve» (tasso alcolemico compreso fra 0,51 a e 0,80 g/l).</div></div>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/08822890949873841772noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1051164791503007884.post-19567099145923856932011-01-12T18:00:00.000+01:002014-12-09T00:18:08.407+01:00“Fatica e calli - questa è vita”. Il lavoro manuale rende felici<div style="text-align: justify;">
"Da grande farò la ballerina" o "l'astronauta" o "l'attore". Fin da piccoli tutti hanno le idee chiare: lavoro uguale status sociale, quindi meglio cominciare fin da subito ad aspirare a una professione "cool". In realtà, però, non è detto che fare l'ingegnere o la cantante renda più felici che essere idraulico o falegname. Anzi, c'è chi è convinto esattamente del contrario.</div>
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Nell'ultimo libro dello scrittore<span id="more-3025"></span>e meccanico Matthew Crawford, "The Case for Working with Your Hands: or Why Office Work is Bad for Us and Fixing Things Feels Good" (letteralmente: La questione del lavoro manuale: ovvero perché il lavoro d'ufficio fa male e aggiustare le cose fa bene) (Viking, £16.99; 256pp), recensito con entusiasmo da <em>New York Times</em> e <em>Guardian</em>, l'autore racconta la propria esperienza di uomo e lavoratore, spiegando quanto la sua vita fosse grigia fino a qualche anno fa, quando a Washington era a capo di un think tank ("un lavoro intellettuale che non mi faceva produrre niente: convincevo le persone a comprare cose inutili e mi sentivo inutile") e quanto sia diventata interessante ora, che per mantenersi ripara motociclette.</div>
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Da esperto di psicologia e strategia di marketing ad assemblatore di marmitte e bulloni il passo è più breve di quanto si possa immaginare: "In realtà – ha spiegato l'autore alla BBC – da quando riparo le moto mi sento molto più stimolato intellettualmente. Ogni giorno devo</div>
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risolvere dei problemi concreti e trovare la soluzione con le mie mani. Il cervello di chi svolge un lavoro manuale è più duttile e abituato a improvvisare. In una parola, è più brillante". Chi lavora con le proprie mani è insomma più felice di chi passa la vita in ufficio, sebbene questa categoria lavorativa da molti sia vista come preferibile perché "più prestigiosa e meno stancante". Il cervello però, ricorda Crawford, segue dei percorsi che nulla hanno a che fare con i paradigmi della società.<br />
"Dal punto di vista della psicologia del lavoro – spiega il professor Pier Giovanni Bresciani, presidente della Siplo (Sociètà Italiana di Psicologia del Lavoro e dell'Organizzazione) e docente presso l'Università di Genova – il tema sollevato, più che l'opposizione "lavoro manuale/lavoro mentale" richiama quella tra un lavoro "compiuto", che produce un risultato visibile e che è svolto con un certo grado di autonomia e di ricompensa intrinseca (come è il caso dell'artigiano), e dall'altro lato invece un lavoro (intellettuale o manuale) di cui non si comprenda lo scopo o il risultato finale. E' questo a "fare la differenza", indipendentemente dalla natura intellettuale o manuale della professione". Secondo l'esperto qualunque lavoro è dunque potenzialmente benefico per il nostro cervello e quindi in grado di renderci felici, a patto che ci permetta di realizzare qualcosa e farci sentire in qualche modo "utili".<br />
Qualche mese fa, uno studio dello psicologo Christopher Willard della Tufts University nel Massachusetts aveva tracciato precise categorie lavorative a rischio depressione e a basso livello di stimoli ed interessi, focalizzandosi su quelle mansioni che comportano isolamento, ripetitività, condizioni sedentarie e che, soprattutto, non stimolano a migliorare le proprie conoscenze e competenze sul lavoro.<br />
La psicologa Annalisa De Filippo, autrice del libro "Stress e resilienza. Vincere sul lavoro" (Edizioni Psiconline) precisa che, per il benessere dell'individuo, sia che si tratti di un lavoro manuale sia che si tratti di un lavoro intellettuale, è importante soprattutto la passione e l'interesse per la professione che si svolge. E aggiunge che non sempre il confine tra i due ambiti lavorativi è così nitido: "Strategie di problem solving – spiega – saranno utilizzate sia da un idraulico, per la progettazione e la messa in opera di un impianto idrico, che da un responsabile per la gestione di un ufficio; a livello pratico un meccanico potrà aver riparato una moto mentre un giornalista potrà aver prodotto un articolo". Insomma, l'importante è il risultato. Indipendentemente dal fatto di avere, tra le mani, un cacciavite o un mouse. </div>
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Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/08822890949873841772noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1051164791503007884.post-7307818413707909082011-01-11T18:40:00.000+01:002014-12-07T00:30:16.416+01:00La beffa del bonus fiscale 2007. Il fisco chiede i soldi (con le more ed interessi legali) indietro<div class="entry">
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Alla vigilia del Natale 2007 il governo aveva dato 150 euro ai contribuenti a basso reddito attraverso l’Inps o altri sostituti d’imposta senza che nessun pensionato avanzasse richiesta – ed oggi a distanza di oltre <span id="more-3010"></span>tre anni l’Agenzia delle entrate ha deciso di riprenderseli indietro, con l’aggiunta della mora ed interessi legali, in quanto molti di questi contribuenti a basso reddito sono risultati fiscalmente a cari..<br />
Si trattava di un contributo decretato dal Ministro delle finanze on. Visco in favore delle fasce più deboli volto al recupero dell’inflazione – senza che nessun pensionato avanzasse una richiesta.<br />
Ad oggi sono stati almeno una trentina i consumatori che si sono lamentati , definendo questo accertamento del fisco un’ingiustizia – in quanto il pugno di euro spedito a famiglie comunque a basso reddito, nessuno l’aveva chiesto, ed ora sono costrette oltre a restituire la somma, pagare gli interessi legali e la pena pecuniaria pari al 30% di quanto non riconosciuto fiscalmente.</div>
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Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/08822890949873841772noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1051164791503007884.post-65823261221788007582011-01-10T18:55:00.000+01:002014-12-07T00:28:05.807+01:00Nel Veneto leghista più tasse e meno sanità<div class="entry">
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La maggioranza guidata dal leghista Luca Zaia, è orientata a ripristinare, già dal prossimo aprile, l’ addizionale irpef eliminata <span id="more-2992"></span>da Galan per la necessità di far quadrare i conti nella sanità – quando la Lega Nord, per almeno un decennio, ha avuto la titolarità della sanità. Si tratta di un'aliquota dello 0,9% (il livello più alto possibile) che colpirà tutte le classi di reddito (200 euro per chi ha un imponibile fino a 30 mila euro).</div>
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Con questo provvedimento si schiacciano le famiglie più deboli – Dopo i rincari dei trasporti, delle bollette, dell’Rc auto, dei servizi bancari e dei carburanti arriva una batosta che metterà in ginocchio chi non ha già più soldi da spendere. E per fortuna che Zaia, durante la sua campagna elettorale, aveva promesso un deciso miglioramento per il Veneto, che anzi avrebbe avuto la fortuna di essere una delle regioni apripista in tema federalista. Ma il Federalismo, non dovrebbe abbassare le tasse? La Lega sta smentendo se stessa – per anni ci ha raccontato che il suo pseudo federalismo avrebbe portato più risorse alle regioni virtuose come il Veneto, togliendole a Roma “ladrona”, oggi si verifica l’esatto opposto: il sistema Veneto (regione, province e comuni) perderà oltre 1 miliardo di euro nei prossimi due anni per cui la Lega ci sta convincendo ad aumentare l’imposizione fiscale per garantire la permanenza dei servizi.</div>
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Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/08822890949873841772noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1051164791503007884.post-90613595244146455462011-01-09T00:16:00.000+01:002014-12-07T11:25:31.122+01:00Referendum: consulta - ammissibile quattro quesiti su sei<div style="text-align: justify;">
Pubblichiamo la nota integrale della Corte Costituzionale sulle ''Decisioni in tema di ammissibilità dei quesiti referendari''. La Corte costituzionale ha deliberato nel modo seguente in ordine all'ammissibilità delle seguenti richieste di referendum abrogativo – l'effettivo svolgimento della consultazione dipenderà però dal verdetto di domani della stessa Corte sulla legittimità dello 'scudo'</div>
<div class="entry" style="text-align: justify;">
<br />
n. 149 Reg.Ref. (richiesta di referendum n.1) ''Modalita' di affidamento e gestione dei servizi pubblici locali di rilevanza economica. Abrogazione'': ammissibile;</div>
<div class="entry" style="text-align: justify;">
<br />
n. 150 Reg.Ref. (richiesta di referendum n. 2) ''Servizio idrico integrato. Forme di gestione e procedure di affidamento in materia di risorse idriche. Abrogazione'': inammissibile;</div>
<div class="entry" style="text-align: justify;">
<br />
n. 151 Reg.Ref. (richiesta di referendum n. 3) ''Determinazione della tariffa del servizio idrico integrato in base all'adeguata remunerazione del capitale investito. Abrogazione parziale di norma'': ammissibile;</div>
<div class="entry" style="text-align: justify;">
<br />
n. 152 Reg.Ref. (richiesta di referendum n. 4) ''Norme limitatrici della gestione pubblica del servizio idrico. Abrogazione parziale'': inammissibile;</div>
<div class="entry" style="text-align: justify;">
<br />
n. 153 Reg.Ref. (richiesta di referendum n. 5) ''Nuove centrali per la produzione di energia nucleare. Abrogazione parziale di norme'': ammissibile;</div>
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<br />
n. 154 Reg.Ref. (richiesta di referendum n. 6) ''Abrogazione della <a href="http://www.altalex.com/index.php?idnot=10769" onclick="javascript:_gaq.push(['_trackEvent','outbound-article','www.altalex.com']);"><strong><span style="color: #515050;">Legge 7 aprile 2010, n. 51</span></strong></a> in materia di legittimo impedimento del Presidente del Consiglio dei Ministri e dei Ministri a comparire in udienza penale'': ammissibile. ''Le sentenze – conclude la nota della Consulta – saranno depositate entro i termini previsti dalla legge''.</div>
<div class="entry" style="text-align: justify;">
<ul type="disc">
</ul>
</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/08822890949873841772noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1051164791503007884.post-41989672747135400852010-12-15T18:16:00.001+01:002014-12-09T00:19:15.672+01:00Dal primo gennaio 2010 aumenta di 37 euro la bolletta del gas.<div style="text-align: justify;">
Dal primo gennaio 2010 aumenta di 37 euro la bolletta del gas, cala di 7 euro quella elettrica</div>
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A partire dal primo gennaio 2011 il prezzo dell’elettricità si fa più lieve – con le tariffe che scenderanno dello 0,2%. Lo ha stabilito l’Autorità per l’energia, spiegando che “le diminuzioni sarebbero state maggiori senza il crescente impatto dei sussidi alle fonti rinnovabili, in particolare per il fotovoltaico e i certificati verdi, interamente a carico della bolletta elettrica”. </div>
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Ma a questo lieve calo, si contrappone un più consistente aumento delle tariffe del gas – che registreranno nello stesso periodo un aumento dell’1,3%.</div>
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Secondo quanto si legge in un comunicato dell’Authority, “su entrambi i settori incide il forte aumento delle quotazioni petrolifere (+32,4% negli ultimi 12 mesi), ma l’asimmetria tra le variazioni di elettricità e gas è legata soprattutto alle permanenti differenze tra i due mercati in termini di efficienza e concorrenza: in progresso per l’elettrico, ancora insoddisfacenti per il gas”.</div>
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Facendo due conti, con le nuove tariffe di luce e gas – una famiglia tipo con consumi medi di 2.700 kilowattora l’anno e di 1.400 metri cubi) potrà risparmiare per l’intero 2011 circa 7 euro per l’elettricità, mentre dovrà spendere 37 euro in più per il gas. </div>
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“Per la bolletta elettrica – ha commentato il presidente dell’Authority, Alessandro Ortis – la benefica pressione della concorrenza sui prezzi all’ingrosso riesce ancora a contrastare gli aumenti dei prezzi petroliferi e degli oneri per il sostegno delle fonti rinnovabili. Per il gas invece, continuano a pesare problemi che da tempo evidenziamo: la scarsa concorrenza e i ritardi nello sviluppo infrastrutturale (rigassificatori e stoccaggi, ad esempio) che non permettono ancora, a famiglie ed imprese, di beneficiare adeguatamente della pur abbondante offerta gas internazionale spot, a prezzi convenienti”.</div>
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Limiti che si trasformano in stangate, quando le bollette mettono in crisi il bilancio familiare – così come è capitato a migliaia di italiani che, in condizioni di particolare disagio economico o con un nucleo famigliare numeroso, hanno richiesto il bonus a sostegno dei consumatori. Si tratta dello sconto che – introdotto nel 2009 dal ministero dello Sviluppo economico – permette di limare un poco le bollette di luce e gas per le famiglie con un reddito modesto.</div>
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Va ricordato che il bonus della luce (che prevede una riduzione media del 20% sulla bolletta, al netto delle imposte) e quello del gas (il taglio medio è del 15%) sono cumulabili e permettono di ottenere una riduzione complessiva annua delle bollette tra 85 e 388 euro. L’esatto valore è determinato dalla numerosità del nucleo famigliare, dal dove e dal come viene consumato il gas.</div>
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I bonus possono essere richiesti e rinnovati annualmente dalle famiglie in disagio economico (Isee inferiore a 7.500 euro) o numerose (con oltre tre figli a carico ed Isee inferiore a 20.000 euro) e da ammalati che utilizzano apparecchiature elettromedicali salvavita.</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/08822890949873841772noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1051164791503007884.post-48280184021832953282010-09-23T23:05:00.001+02:002014-12-09T00:13:58.879+01:00Uno scandalo la liquidazione ultra milionaria di Profumo (Unicredit)<div style="text-align: justify;">
Esaminando l'andamento del titolo in Borsa Unicredit ci accorgiamo che il titolo oggi vale circa 1,9 euro, 5 volte meno rispetto al massimo storico di 10,9 toccato nell'estate del 2008 – Anche rimettendo le lancette ancora più indietro al 2005 la performance resta ampiamente negativa: allora valeva 6 euro.</div>
<div style="text-align: justify;">
E allora mi chiedo: E'giusto che ottenga una liquidazione da 40 milioni di euro? Quaranta milioni di euro sono il premio a un manager che esce trionfando, mentre normalmente chi sbaglia dovrebbe risponderne personalmente e uscire alla chetichella con la liquidazione minima. Ma in questo capitalismo i supermanager alla Profumo non pagano mai. Vincono soltanto. Cadono eppure riescono ad arricchirsi.</div>
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Anzi: magari fanno anche carriera politica. Secondo alcune voci dall'interno del Pd, rilanciate gioiosamente da Repubblica, Profumo potrebbe essere il Papa nero ovvero il leader a sorpresa in grado di battere Berlusconi. </div>
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Alla faccia di tutti i correntisti italiani, di coloro che faticano ad arrivare fine mese, ai disoccupati, ai precari, alle famiglie in difficoltà , agli anziani costretti a pagarsi le cure…</div>
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Viva l’Italia.</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/08822890949873841772noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1051164791503007884.post-49206414264386308312010-08-15T18:15:00.000+02:002014-12-09T00:22:01.784+01:00Boom di benzina low cost in terraferma.<div style="text-align: justify;">
@@weblog </div>
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Per chi deve affronta in macchina l'esodo di Ferragosto, cè una buona notizia sul fronte del carburante. Grazie al boom delle pompe bianche, Mestre registra in molti distributori invidiabili proposte «low cost» sia per la benzina che per il gasolio. La zona del Terraglio, con cinque insegne Vega e una Auchan, risulta la più economica di tutte. Ieri le sei pompe bianche offrivano le stesse tariffe, con la benzina verde a 1,279 a litro e il diesel a 1,129. Per un pieno «self» da 50 litri di benzina, insomma, bastavano 63 euro e 65 centesimi, cinque euro e dieci centesimi in meno rispetto al distributore più caro fra quelli monitorati: l'Agip di piazza Barche. «La situazione sembra finalmente positiva – sottolinea Carlo Garofolini, presidente dell'Adico – l'arrivo delle pompe bianche ha contenuto gli aumenti del carburante. In questi giorni, però, temiamo che i prezzi vadano comunque a incrementarsi». Sollievo.è Mentre in altre parti d'Italia i consumatori segnalano che la «senza piombo» sta ormai sfiorando 1,4 euro al litro, i mestrini possono consolarsi con i prezzi proposti. Il «fai da te» nelle diciotto pompe monitorate, non supera mai quota 1,360 al litro per la verde e 1,230 per il gasolio. In realtà la situazione è alquanto variegata ma in generale a Mestre i prezzi sono buoni. Terraglio. Nella terraferma il numero di pompe bianche è «esploso» proprio nel 2010. La società Vianello, dopo il Vega di via Bacchion inaugurato lo scorso agosto, ha aperto da gennaio altri quattro distributori: due in via Ceccherini, uno in via Marieschi e un altro in via Paccagnella. Due settimane fa, sempre in via Bacchion (zona Dechatlon), è arrivata pure l'annunciata insegna Auchan. Nell'area che comprende il quartiere Terraglio e si estende fino a Zelarino, ci sono dunque sei pompe bianche che attualmente mantengono prezzi al litro inferiori alla media. Il tutto , in una zona strategica, attaccata alla tangenziale e quindi agli imbocchi delle autostrade. Marghera. Altri due distributori con insegna privata si trovano a Marghera, in via fratelli Bandiera, entrambi di proprietà dei fratelli Boesso. Qui i prezzi sono un pò più alti, con la benzina a 1,350 e il diesel a 1,2 nel primo distributore Boesso venendo da Mestre e a 1,330 (verde) e 1,179 (diesel) al secondo con marchio Trivengas. D'altra parte nella stessa strada ci sono altri tre impianti con insegna (Total, Tamoil, Agip) che hanno tariffe superiori. In ogni caso le due pompe bianche di via fratelli Bandiera applicano gli stessi prezzi anche con il servizio. Lo stesso succede al Move2 di via San Donà , dove ieri la verde era a 1,332 al litro e il gasolio a 1,199. Compagnie. Pure i distributori con l'insegna della compagnie non prevedono a Mestre costi esorbitanti. Anzi, a seconda dei giorni, qualcuno, fra sconti e promozioni, riesce addirittura a stare sotto alle pompe bianche, anche se molto di rado. «Gli automobilisti accorti – spiega Garofolini – monitorano i prezzi di più impianti e poi scelgono quello più conveniente. Nel caso di Mestre, le possibilità di risparmio, anche rilevante, fra un distributore e un altro sono notevoli. Da sempre noi consigliamo di optare per le pompe bianche anche se alcune compagnie petrolifere a volte riescono a rendersi competitive. Di sicuro in altre parti della nostra regione e dell'Italia, i prezzi sono in media più elevati. Attenzione, però – continua – in questi giorni ci attendiamo aumenti, immancabili nel periodo degli esodi, soprattutto d'estate».</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/08822890949873841772noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1051164791503007884.post-70437622683933604172010-07-22T17:14:00.000+02:002014-12-09T00:42:21.735+01:00Cassazione: riconosciuto il danno biologico e patrimoniale alla casalinga vittima di incidente stradale.<div style="text-align: justify;">
Alla casalinga che subisce un incidente stradale va riconosciuto oltre il danno biologico anche quello patrimoniale – fanno sapere dall’ Adico. Lo afferma la Cassazione con la sentenza n. 16896/10. Si tratta di una sentenza innovativa – spiega il presidente dell’ Adico, Carlo Garofolini – che riconosce e quantifica, il lavoro svolto dalla casalinga. Mancando una norma specifica di conteggio la Corte ha considerato come parametro il lavoro svolto dalle colf. Ha moltiplicato per tre volte la pensione sociale, valutato l’età della donna, la percentuale di invalidità e il numero di anni trascorsi dall’incidente determinando una cifra prossima a 116 milioni di vecchie lire. Per quanto riguarda la stima del danno biologico i giudici hanno richiamato l’articolo 32 della Costituzione; per quello patrimoniale invece, gli articoli 4 e 37 che tutelano la scelta di qualsiasi forma di lavoro e i diritti del lavoratore e della donna lavoratrice. La Corte ha chiarito, inoltre, che il pregiudizio economico che subisce una casalinga menomata nell’espletamento della sua attività in conseguenza di lesioni subite economicamente valutabile come danno emergente (articolo 1223 del Codice civile) e può essere liquidato pur in via equitativa anche nell’ipotesi in cui la stessa sia solita avvalersi di collaboratori domestici, perchè comunque i compiti risultano di maggiore ampiezza, intensità, responsabilità rispettO a quelli espletati da un prestatore d’opera dipendente. Per concludere quindi il criterio del triplo della pensione sociale può essere utilizzato dal giudice nell’esercizio del suo potere di liquidazione equitativa del danno patrimoniale conseguente all’invalidità ,che è danno diverso da quello biologico quale generico parametro di riferimento per la valutazione del reddito figurativo della casalinga.</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/08822890949873841772noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1051164791503007884.post-78072544052335482992010-07-17T11:46:00.000+02:002014-12-10T02:37:23.574+01:00Nuove norme a tutela dei consumatori sulla vendita di polizze a distanza.<div style="text-align: justify;">
Dal 15 luglio sono entrate in vigore le nuove regole sulla vendita delle polizze a distanza delle Rc auto o di altri prodotti – si legge nel comunicato diffuso dall’Adico – deliberato nel regolamento Isvap n. 34 del 19 marzo, pubblicato il 6 aprile 2010 sulla Gazzetta Ufficiale, valido sia per il ramo danni che per quello vita.</div>
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Pertanto ora le assicurazioni e gli intermediari – spiega il presidente dell’ Adico, Carlo Garofolini – sono obbligati ad un comportamento di maggiore trasparenza nei confronti dei consumatori quando vendono loro i contratti via Internet o al telefono. Si tratta di un comparto che interessa sempre più clienti che decide di assicurarsi on line per le tariffe più vantaggiose.</div>
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In particolare, le norme prevedono che gli addetti al call center siano adeguatamente preparati e l’obbligo di fornite il proprio codice identificativo. Le informazioni devono essere fornite in modo chiaro e puntuale, possedere adeguate conoscenze professionali, seguire corsi di aggiornamento periodici. Sarà l'impresa – fa sapere l’Adico – ad assumersi la piena responsabilità per l'operato degli addetti, nominando al proprio interno un responsabile al quale il cliente possa rivolgersi.</div>
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Capitolo a parte per la selezione degli assicurati invece. Il regolamento precisa che alle imprese è vietato discriminare i clienti in funzione dei parametri di rischio, con filtri telefonici o informatici. Non potrà quindi,più capitare – continua Carlo Garofolini – che non si possa contattare un numero verde da una certa provincia del Sud perché fa parte di una tipologia di rischio elevata.</div>
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L'Isvap ha anche vietato il collocamento di contratti di assicurazioni senza il preventivo consenso del cliente – spiega il presidente dell’Adico – un meccanismo usato soprattutto nella vendita di biglietti e nei finanziamenti.</div>
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E'previsto, inoltre, il diritto a ricevere su carta o formato elettronico il fascicolo informativo prima della conclusione del contratto cosicché il cliente possa restituirlo debitamente firmato. Il diritto di recesso dal contratto negoziato a distanza può comunque essere esercitato nei 14 giorni successivi alla sottoscrizione.</div>
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Con riferimento alla Rc auto si precisa che il contrassegno e il certificato assicurativo devono pervenire all'assicurato entro cinque giorni dal pagamento. Nel frattempo il cliente può circolare con la quietanza di pagamento o con la dichiarazione rilasciata dall'impresa o con la ricevuta del pagamento.</div>
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Le sanzioni previste in caso di mancata osservanza da parte della compagnia assicuratrice – avverte il presidente di Adico – potrà arrivare fino a 5 milioni di euro.</div>
Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/08822890949873841772noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1051164791503007884.post-35457533823423324142010-06-29T00:03:00.001+02:002010-06-29T00:06:29.811+02:00CALABRIA 2009 RHIANA VS KIN KONG<object style="background-image:url(http://i1.ytimg.com/vi/xYc5MEgehno/hqdefault.jpg)" width="425" height="344"><param name="movie" value="http://www.youtube.com/v/xYc5MEgehno&hl=it_IT&fs=1"><param name="allowFullScreen" value="true"><param name="allowscriptaccess" value="always"><embed src="http://www.youtube.com/v/xYc5MEgehno&hl=it_IT&fs=1" width="425" height="344" allowScriptAccess="never" allowFullScreen="true" wmode="transparent" type="application/x-shockwave-flash"></embed></object>Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/08822890949873841772noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1051164791503007884.post-40460130734987536982010-06-24T17:48:00.000+02:002010-06-24T17:48:00.173+02:00FARMACI: IL 95% DEI VENEZIANI SI FIDA DEL FARMACISTA. SOLO IL 4% ACQUISTA IN INTERNETSono i dati frutto dell’indagine, presentata oggi a Mestre, realizzata da ADICO in collaborazione con Federfarma Venezia su 900 residenti nel territorio. In distribuzione nelle farmacie della provincia anche una guida sulla corretta comprensione dei bugiardini <br />
FARMACI: IL 95% DEI VENEZIANI SI FIDA DEL FARMACISTA. SOLO IL 4% ACQUISTA IN INTERNET<br />
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(Mestre VE – 23.06.2010) - Il 95,6% dei residenti in provincia di Venezia si fida ciecamente del proprio farmacista, al punto da metterlo sullo stesso piano del medico di base (lo fanno 2 cittadini su 5). Addirittura il 97% degli utenti valuta le sue competenze e la disponibilità tra il sufficiente e l’ottimo quando si tratta di ottenere informazioni e consigli sull’acquisto di determinati farmaci. Di conseguenza, la stragrande maggioranza dei cittadini si dimostra refrattaria all’acquisto di medicinali tramite internet (lo fa solo il 4,4% del campione), preferendo il rapporto diretto con il farmacista al fai-da-te virtuale.<br />
Sono le principali indicazioni che emergono dall’indagine condotta da ADICO (Associazione Difesa Consumatori) con l’Associazione Titolari di Farmacia della Provincia di Venezia su un campione di 900 residenti nel territorio provinciale riguardo il livello di conoscenza e soddisfazione del servizio farmaceutico. L’indagine è parte integrante del progetto regionale“Il traduttore farmaceutico”, grazie al quale è stata realizzata una utile guida per i cittadini – finanziata in parte dalla Regione del Veneto – finalizzata alla comprensione dei foglietti informativi contenuti nelle confezioni di medicinali, e che verrà distribuita in 31mila copie nelle farmacie della provincia.<br />
Entrambe le iniziative sono state presentate oggi in conferenza stampa a Mestre (VE) nella sede dell’Associazione Titolari di Farmacia della Provincia di Venezia.<br />
Proprio riguardo la comprensione da parte dei cittadini dei foglietti informativi contenuti nelle confezioni dei medicinali emerge uno dei dati più interessanti dell’indagine: 1 utente su 4, infatti, dichiara di avere grandi difficoltà a “decifrare” il linguaggio tecnico dei bugiardini, mentre il restante 75% degli intervistati dimostra di avere una certa dimestichezza con i termini scientifici. Per quanto riguarda la frequenza di assunzione dei farmaci, il 73,3% del campione fa sapere di assumere farmaci di rado o solo se necessario. Di contro, però, un buon 15,5% rivela un consumo assiduo di medicinali. A livello di spesa, infine, la quasi totalità del campione preso in esame (93%) dichiara di sborsare meno di 50 euro al mese (il 57,84% spende addirittura meno di 20 euro) per l’acquisto di farmaci; pochissimi (2,2%) sono quelli che passano la soglia dei 100 euro.<br />
“L’indagine è nata dall’esigenza di comprendere il grado di conoscenza dei consumatori veneziani riguardo le tematiche inerenti l’utilizzo dei farmaci – spiega il presidente di ADICO Carlo Garofolini -. I risultati relativi alla comprensione dei fogli illustrativi contenuti nei medicinali e all’acquisto di farmaci su internet dimostrano che i consumatori hanno bisogno del farmacista. Per questo, con il progetto Il traduttore farmaceutico, realizzato in collaborazione con l’Associazione Titolari di Farmacia della Provincia di Venezia, e la relativa guida, vogliamo aiutare gli utenti a comprendere meglio le informazioni e le terminologie contenute nei bugiardini. In questa direzione, la sinergia fra ADICO e farmacisti risulterà determinante nella diffusione e nella promozione del progetto”. <br />
“Abbiamo aderito e contribuito con piacere alla realizzazione del’iniziativa di ADICO, perché convinti che la collaborazione tra il servizio farmaceutico e le associazioni di tutela dei consumatori siano molto importanti per garantire un’efficace assistenza sanitaria ai cittadini – dichiara il presidente dell’Associazione Titolari di Farmacia della Provincia di Venezia Celso Giacomo Pancino -. Da parte nostra ribadiamo l’importanza della farmacia quale primo presidio sanitario sul territorio, al quale il cittadino si rivolge immediatamente nei momenti di necessità. Le farmacie, inoltre, sono in grado di offrire una vasta gamma di servizi, oltre a un sicuro risparmio, assicurando la salute dei consumatori anche tramite un sistema di controllo e di garanzia costante sui prodotti”.<br />
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Le vostre segnalazioni<br />
1.mannarino mario scrive: <br />
23 giugno 2010 alle 21:08 <br />
i nas non dovranno mai abbassare la guardia anche perchè in passato molti farmacisti disonesti, hanna truffato il servizio sanitario e come tali non meritano fiducia.-Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/08822890949873841772noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1051164791503007884.post-25067872626509508652010-06-08T23:45:00.001+02:002010-06-08T23:45:13.501+02:00Ancora frodi creditizieOltre alla clonazione della carta di credito e la sottrazione dei dati bancari attraverso l’invio di email truffaldine (cioè il phishing) – fanno sapere dall’ADICO – le frodi creditizie continuano a colpire migliaia di italiani anche grazie al furto di identità; un’attività criminale finalizzata ad ottenere credito o ad acquisire dei beni con l’intenzione premeditata di non rimborsare il finanziamento e non pagare mai il bene.<br />
Solo nel 2009 queste truffe hanno perpetrato 177 milioni di euro a danno dei consumatori; il 22% in più rispetto al 2008. Un dato che emerge dall’ultima edizione dell’Osservatorio sulle frodi creditizie realizzato da Crif, societa’ che gestisce il principale sistema di informazioni creditizie operante in Italia.<br />
Un fenomeno allarmante che si sta sviluppando di pari passo con la crescita del credito al consumo – spiega il presidente dell’ADICO, Carlo Garofolini. I malviventi attraverso il nome, cognome, luogo e data di nascita, codice fiscale della vittima creano nuovi documenti identificativi e cominciano richiedere prestiti o finanziamenti sfruttando documenti rubati. Alle truffe classiche quali i prestiti si aggiungono anche i casi di apertura di conti correnti bancari a nome di terzi, utilizzando i dati provenienti dal furto dell’identita’ altrui, e la conseguenze emissione di assegni scoperti. <br />
Il furto d’identità – va sottolineato – e’ una tipologia di frode che può colpire chiunque, ma le vittime più frequenti sono state persone con una buona storia creditizia, ovvero soggetti considerati affidabili ai quali banche e società finanziare erogano tranquillamente credito. Analizzando, inoltre, l’identikit del truffato si scopre, infatti, che si tratta di una persona di sesso maschile (64%) con età inferiore ai 40 anni (53%). Ma, rispetto al 2008, si registra un ulteriore forte incremento delle donne (+44,4%) che superano un terzo dei casi totali.Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/08822890949873841772noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1051164791503007884.post-73772964467024632762010-05-27T19:18:00.000+02:002010-05-27T19:18:42.399+02:00Gente nauseata da anni dei privilegi dei politici - Le auto blu costano ai contribuenti 21 miliardi di euro.Le auto blu in Italia – si legge nel comunicato dell’ Adico – sono oltre 629 mila. Sommando gli stipendi degli autisti, i rifornimenti di carburante e i pedaggi autostradali di queste auto, secondo l’Associazione dei contribuenti, che ogni anno nel suo studio prende in esame sia le auto di proprietà delle amministrazioni che quelle in leasing, in noleggio operativo e noleggio lungo termine, in carico a Stato, Regioni, Province, Comuni, municipalità , Asl, comunità montane, enti pubblici, enti pubblici non economici, società misto pubblico-private e società per azioni a totale partecipazione pubblica, la spesa annua legata a questo privilegio motorizzato supera i 21 miliardi di euro.<br />
Mentre la Gran Bretagna ha deciso di mandare tutti i suoi politici a lavorare con i mezzi pubblici commenta il presidente dell’ Adico, Carlo Garofolini – E' anche vero che l'Italia del buonismo e della comodità è al primo posto al mondo nella classifica delle macchine di Palazzo. Le auto blu sono infatti 73mila negli Usa, 65mila in Francia, 55mila nel Regno Unito e 54mila in Germania, 44mila in Spagna, 35mila in Giappone, 34mila in Grecia, che ha già i suoi bei problemi che sappiamo, e 23mila in Portogallo, fanalino di coda nella top ten.Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/08822890949873841772noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1051164791503007884.post-59954997177044637792010-05-20T23:23:00.000+02:002015-01-10T00:40:34.806+01:00Cosa succede a chi non riesce pagare il mutuo?“Cosa succede, a chi non riesce pagare il mutuo” – è la domanda cui l’ADICO vuole rispondere - tenendo conto le numerose segnalazione che ogni giorno riceve su questo argomento.<br />
Si tratta di un’urgenza <br />
che si fa sentire ogni giorno di più e che potrebbe capitare a tutti non solo a causa della crisi economica, ma anche perché nel corso degli anni ci si potrebbe ammalare, perdere il lavoro o morire – spiega il presidente dell’ADICO, Carlo Garofolini - e per questi motivi e’ necessario valutare attentamente tutte le eventualità per evitare che circostanze sfavorevoli o impreviste producano pericolosi effetti a catena.<br />
In primis, se ci si accorge che le rate della casa sono troppo alte, conviene andare in banca e chiedere la rinegoziazione, con cui e’ possibile modificare alcune clausole contrattuali, come la durata residuale del rimborso o il tipo di tasso applicato.<br />
Ma se questa operazione ancora non soddisfasse tutte le necessità, si può optare per la surrogazione: si sceglie una nuova banca a cui viene trasferito il contratto di mutuo per l’ammontare del debito residuo e si ridefiniscono le condizioni: la durata, il tipo di tasso di interesse (se fisso o variabile) e lo spread (a quanto ammonta l’interesse). L’operazione e’ totalmente gratuita.<br />
Infine, va ricordato che dallo scorso febbraio e’ partito il Piano famiglie, un’iniziativa promossa dall’Abi e dalle associazioni dei consumatori per aiutare chi e’ in difficoltà. Aderendo – ricordano sempre gli esperti dell’ADICO - si ottiene per 12 mesi la sospensione dei mutui di importo fino a 150mila euro accesi per l’acquisto, costruzione o ristrutturazione dell’abitazione principale. Possono fruire dell’agevolazione i clienti (anche in ritardo nei pagamenti fino a 180 giorni consecutivi) con un reddito imponibile fino a 40mila euro che abbiano subito o subiscano nel biennio 2009 e 2010 eventi particolarmente negativi (morte, perdita dell’occupazione, insorgenza di condizioni di non autosufficienza, cassa integrazione).Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/08822890949873841772noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1051164791503007884.post-4105379584858483332010-05-20T23:17:00.000+02:002010-05-20T23:17:09.630+02:00Ecco come funzionerà il nuovo redditometroMentre consumi e stipendi sono fermi al palo tra crisi sociale e ristagno economico – fanno sapere dall’ADICO – come e’ possibile che 97mila contribuenti nel 2007 hanno acquistato una macchina che vale il doppio rispetto al reddito che hanno dichiarato?<br />
Una situazione – a detta del presidente dell’ADICO, Carlo Garofolini – che si spiega dal fatto che l’evasione fiscale in Italia ha raggiunto livelli troppo elevati, e che allo Stato costa oltre 200 miliardi di euro di base imponibile e 100 miliardi di euro di gettito in meno; un quinto del prodotto interno lordo.<br />
Allo scopo di arginare il fenomeno dell’evasione, il Fisco sta, elaborando un nuovo modello di redditometro, in grado di rilevare facilmente se le entrate dichiarate dal contribuente corrispondano al tenore di vita reale e che dovrebbe essere messo in funziona entro l’estate.<br />
Le novità principali allo studio sono di due tipi: il metodo utilizzato per individuare il campione e le nuove voci di spesa inserite nel redditometro.<br />
Il nuovo modello – spiega il presidente dell’ADICO, - partirà dalle famiglie, tenendo conto delle diversità territoriali, e guarderà alla composizione del nucleo: verrà considerato il numero e l’età dei componenti, risalendo al loro reddito, al possesso di case e a tutte le spese che concorrono alla quotidianità.<br />
In particolare, verranno considerate le spese per l’affitto, il mutuo o la ristrutturazione e i consumi per energia e gas. Ma sotto la lente delle Entrate finiranno anche i mezzi di trasporto quali le auto, i classici natanti di lusso, i motocicli e le mini-car.Altre voci che incideranno al calcolo del reddito saranno uscite come quelle relative ai viaggi, l’iscrizione a centri ippici e centri benessere, l’associazione a circoli esclusivi e gli acquisti presso case d’asta. Anche l’iscrizione dei figli alle scuole private e i contributi per i collaboratori domestici potranno diventare l’indicatore di un reddito alto.<br />
Incrociando, cosi tutti questi dati con le dichiarazioni dei redditi – precisano dall’ADICO – se risulterà che le spese sostenute saranno per il 25% superiori al reddito denunciato, il Fisco farà scattare un controllo.Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/08822890949873841772noreply@blogger.com0tag:blogger.com,1999:blog-1051164791503007884.post-91625479433460269332010-05-20T23:04:00.000+02:002010-05-20T23:04:28.476+02:00Un vitalizio per tutti i politici la proposta cè e va avanti..."Pensione di fine carriera non solo per i parlamentari, si costruisce una legge. Parte dal Pd ma il Pdl è d'accordo". <br />
Perché solo i parlamentari devono godere di un vitalizio? Perché un politico la cui carriera non ha bucato il diaframma comunale, deve restare - a fine mandato – senza più un euro in tasca? <br />
Con questa preoccupazione tre deputati del Partito democratico, Maria Luisa Gnecchi, Oriano Giovannelli e Lucia Condurelli, hanno affrontato la questionedella quiescenza dei politici senza altra passione che la politica. Coloro che, rimanendo esclusi dal consiglio comunale, si troverebbero a spasso, senza un soldo e uno straccio di impiego. <br />
Finora lo Stato si sostituisce al datore di lavoro nella contribuzione previdenziale del dipendente chiamato a rappresentare i cittadini. E paga anche le spese forfettarie dei lavoratori autonomi divenuti assessori o sindaci. Ma chi non ha mai conosciuto un ufficio né una fabbrica, chi si è solo appassionato di politica, e con la politica ha campato per l'intera vita, il destino di un miserabile tramonto verso il nulla è oggi assicurato. Questa preoccupazione ha condotto i tre parlamentari, tutti residenti a nord di Roma (la Gnecchi è di Bolzano, Giovannelli di Urbino, Codurelli di Sondrio) ad avanzare la proposta di legge numero 2875/09. "Per una ragione di equità", hanno scritto nell'unico articolo del testo che sta per essere licenziato dalla commissione Lavoro.<br />
Equità e giustizia. Dare una pensione al sindaco, all'assessore di un paese, al presidente della comunità montana, e anche al presidente della circoscrizione, raggiungerebbe il doppio obiettivo di rendere meno faticoso l'ingresso nella comunità e soprattutto dare ai colleghi che hanno avuto meno fortuna in carriera quel giusto ristoro di tanto sacrificio.<br />
In effetti i parlamentari, con o senza lavoro, godono di un vitalizio, della pensioncina che poi diventa anche robusta, e persino di una buonuscita – quando dovessero dismettere la funzione – per reinventarsi una lavoro. La buonuscita si chima infatti "indennità di reinserimento". Clemente Mastella, per esempio, quando ha chiuso con la Camera dei deputati ha ottenuto un bonus di alcune decine di migliaia di euro per poter affrontare dignitosamente un nuovo inizio. Poi, vero, ha cambiato idea e l'anno di disoccupazione e il bonus conseguito sono serviti nella preparazione dell'unico lavoro a lui congeniale: la politica. Si è candidato e ha ottenuto un seggio all'europarlamento. Armando Cossutta oggi è uno dei tanti felici e ricchi pensionati. Ma i sindaci? E i piccoli assessori rimasti per la vita intera in un assessorato? Chi ci pensa? <br />
Ecco, oggi sappiamo chi. Dunque, anche i politici delle categorie minori, altrimenti senza alcun altra arte, hanno diritto alla pensioncina. Contribuendo così a dare un senso previdenziale alla teoria dalemiana della superiorità dei professionisti della politica, ancorché ai rami bassi della carriera. La proposta ha fatto breccia anche nel cuore del Popolo della libertà. "Se ne può discutere", ha risposto ai colleghi l'onorevole Pelino. "Però capiamo bene come andare avanti". La Gnecchi, soddisfatta: "Garantisco un atteggiamento costruttivo del Pd". Il presidente della commissione, Silvano Moffa, ha ceduto il passo alla ragioneria generale dello Stato: "Bisogna conoscere il costo della misura". I ragionieri hanno fatto i conti, circa quaranta milioni di euro e, sommessamente, hanno avanzato un'obiezione: "forse è un privilegio".<br />
Obiezione accantonata e percorso quasi ultimato. "Cose da non credere" ha esclamato Antonio Borghesi, deputato dell'Italia dei Valori, "è l'ultima follia della Casta".Anonymoushttp://www.blogger.com/profile/08822890949873841772noreply@blogger.com0