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21 settembre 2009 09:00
Antitrust: c/c italiani carissimi
I conti correnti italiani sono cari, carissimi. E non è una sensazione: lo ha messo nero su bianco l’Antitrust al termine dell’indagine conoscitiva sul costo dei servizi bancari avviata un anno fa. L’importo medio di tenuta e movimentazione di un c/c ammonta a 182 euro, ma per l’Authority è presente “un’enorme variabilità dei prezzi: per la stessa tipologia di conto si può pagare anche 10 volte di più”.
In particolare, Italia, Austria, Francia e Spagna si distinguono per scarsa trasparenza e servizi bancari cari. Al contrario dell’Olanda dove, invece, il sistema bancario si distingue per i minori costi.
La commissaria Kuneva ha individuato diverse forme in cui si manifesta la mancanza di trasparenza: i problemi riguardano le informazioni contrattuali, il trasferimento del conto corrente da una banca a un’altra, il livello e la trasparenza delle tariffe praticate, il conflitto di interessi di impiegati o intermediari nel momento in cui forniscono indicazioni ai clienti.
Secondo Bruxelles, sono questi i motivi per cui solo meno del 10% dei consumatori europei ha trasferito il proprio conto da una banca a un’altra negli ultimi due anni.
Capitolo a parte per l’Italia dove il capo d’imputazione principale riguarda la struttura dei prezzi dei conti correnti, giudicata dalla Commissione “molto opaca” e tale da impedire ai consumatori di sapere quanto stanno pagando e di comparare le diverse offerte.
"Una restrizione alla trasparenza bancaria che si sta comunque cercando di arginare. Va, infatti, ricordato che a decorrere dal prossimo 1° novembre 2009 scatteranno i nuovi termini massimi per la data di valuta a favore del beneficiario di bonifici (un giorno), di assegni circolari (sempre un giorno) e di assegni bancari (tre giorni)" spiega il presidente dell’ADICO, Carlo Garofolini.
Più chiare e rigorose anche le disposizioni a favore dei clienti delle banche per ciò che riguarda la commissione di massimo scoperto e la surrogazione dei mutui.
Mentre dal 25 settembre entreranno in vigore le nuove norme sulla correttezza della informazioni con la clientela scritte dalla Banca d’Italia che vieteranno clausole in caratteri minuscoli e pagine di contratti incomprensibili.
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