giovedì 5 novembre 2009

Consumatore competente

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5 novembre 2009 07:23
Consumatore competente

E’ finita l’era del consumatore bulimico; al suo posto c’è il consumatore "competente", figlio della crisi ma anche di un rapporto più equilibrato con la società, l’ambiente e la qualità. E’ un consumatore che vuole comprare solo quello che gli serve davvero e che non vuole spendere più del necessario. A sostenerlo è l’Osservatorio sui consumi degli italiani, indagine diretta da Giampaolo Fabris, professore ordinario di Sociologia dei Consumi presso l’Università Vita-Salute S. Raffaele di Milano, basata su dati Ipsos, e presentata ieri a Roma da Consumers’ Forum, l’associazione costituita nel 1999 che riunisce imprese e associazioni consumeristiche.
Il 79,7 per cento degli intervistati dichiara di spendere meno e meglio, il 73 per cento ritiene che le confezioni dei prodotti debbano essere ridotte perché inquinano, il 70,4 per cento ritiene che nelle etichette dei prodotti debbano esserci più indicazioni utili. Dice no agli OGM il 75,6 per cento degli interpellati, mentre chiede prodotti che "non implichino un rapporto predatorio con la terra" il 92,4 per cento. Nonostante il vistoso calo generale dei consumi, infine, aumenta del 10 per cento rispetto al 2008 il consumo di prodotti biologici.
"I consumatori sono diventati più esperti, chiedono alle aziende più qualità e alle associazioni che li rappresentano più presenza – rileva Sergio Veroli, presidente di Consumers’ Forum – Il nuovo consumatore è per necessità più attento a non sprecare, al rapporto prezzo-qualità e più responsabile verso l’ambiente".
Ma è anche un consumatore progredito, che utilizza al meglio tutte le tecnologie a sua disposizione per informarsi e scegliere, rifiutando di farsi imbonire dalla pubblicità e anche dalle cosiddette offerte speciali. Scende infatti dal 51,9 al 47 per cento la percentuale di consumatori "molto attenti a sconti e offerte" e regredisce dal 46,3 al 38,5 per cento la percentuale di chi punta ai saldi per gli acquisti.
"Determinante per la nascita di questa nuova generazione di consumatori è stata la rete Internet – spiega Giampaolo Fabris – Oggi possiamo, in tempo reale, confrontare prodotti, prezzi, qualità e le opinioni degli altri consumatori nei confronti di un bene o di un servizio sul mercato".
L’indagine parla di nuovi comportamenti come il boicottaggio dei prodotti lontani da regole etiche di produzione, ma tornano anche comportamenti un tempo cari agli italiani, a cominciare dal "senso della misura". Passa dal 33,5 al 36,1 per cento la quota di chi ritiene di avere "tante cose inutili", dal 74,9 al 79,7 quella di chi pensa che sia meglio ridurre i consumi per vivere meglio, e dal 30,6 al 34,9 la percentuale di chi ritiene di avere troppi abiti.

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