lunedì 21 settembre 2009

Riscuotere tributi un business da oltre 20 miliardi l'anno

@@weblog 20 settembre 2009 17:54


Riscuotere tributi un business da oltre 20 miliardi l'annoIl business della riscossione dei tributi è di 20 miliardi l’anno. A farla da padrona c’è Equitalia, la società a capitale pubblico ( 51% Agenzie delle Entrate , 49% Inps) che possiede 21 Equitalia locali e ha convenzioni con 4637 Comuni per un totale di 30 milioni di cittadini.

Rispettando e condividendo la cultura della legalità, l’ADICO accende i riflettori sull’’illegittimità dell’azione dei soggetti preposti alla riscossione, che abilitati ad agire nel “far west più totale, spesso inviano milioni di cartelle pazze, in deroga allo Statuto dei Diritti del Contribuente che impone certezza assoluta, verifiche rigorose e fondatezza formale e sostanziale del tributo da riscuotere” fanno sapere dalla segreteria dell’ADICO.

Ogni anno sono moltissime le cartelle pazze inviate dall’agenzia, costringendo i contribuenti a sostenere ulteriori spese e pazienza per far riconoscere la propria innocenza o buona fede.

Con le cartelle pazze gli esattori pretendono comunque le somme richieste applicando il principio, dichiarato incostituzionale, del "solve et repete", cioè "prima paghi e poi discutiamo", anche in presenza di sentenze dei Giudici di pace o delle Commissioni tributarie.

E per chi non paga, dopo 60 giorni scattano automaticamente le procedure esecutive con ipoteche sugli immobili che possiedi, le ganasce fiscali sulle auto e moto, i pignoramenti dello stipendio e dei conti correnti bancari e postali, e come previsto dal "decreto salva crisi", con l’aggravio di un aggio e interessi di mora del 18%.

”In pratica, i contribuenti dovranno remunerare gli Agenti della riscossione con un compenso pari al doppio di quanto previsto negli anni scorsi” afferma il presidente dell’ADICO Carlo Garofolini.

Dai bolli auto prescritti, già pagati o non dovuti; multe automobilistiche prescritte o annullate dai giudici di pace; tasse di smaltimento rifiuti richieste erroneamente ai proprietari anzichè agli affittuari; tassazione separata errata; con conseguenti ipoteche sugli immobili, ganasce fiscali su auto e moto, pignoramenti di stipendi e di conti correnti bancali e postali. Il tutto per far cassa ad ogni costo", dichiara Carlo Garofolini.

Dato che siamo in molti ad avere problemi con le cosiddette "cartelle pazze", ecco alcuni consigli realizzati dall’ ADICO sul modo di come far ricorso.

Innanzitutto occorre individuare l’Ente Impositore, cioè l’ente creditore, colui che in definitiva, per il tramite di Equitalia, ci manda una richiesta di pagamento. Questo è solitamente indicato nel dettaglio degli addebiti.

Occorre prendere nota del numero di ruolo cui è stato iscritto il tributo e prendere contatto con l’ente creditore per avere delucidazioni in merito. Chiedere all’ente impositore quale è il Giudice di Pace territorialmente competente cui inoltrare ricorso entro 30 giorni dalla data di notifica della cartella, per opporre ricorso.Il ricorso può essere inoltrato al Giudice di Pace a mezzo raccomandata con ricevuta di ritorno. Salvo rari casi in cui sia necessario opporre ricorso a più Giudici di Pace contemporaneamente avverso la stessa cartella (per tributi iscritti a ruolo da vari enti creditori), il Giudice di Pace richiede che venga allegata al ricorso la cartella esattoriale in originale e la busta con il timbro comprovante la data di notifica. Attenzione: la mancata prova della data di notifica è causa di inammissibilità del ricorso!

Inviato il ricorso al Giudice di Pace occorre tenersi costantemente in contatto con la cancelleria sia per avere notizie circa la notifica di richieste particolari da parte del Giudice di Pace, sia per sapere la data cui è stata fissata l’udienza.

Molto importante: nel ricorso specificare la richiesta non solo di annullamento della cartella ma anche la sua temporanea sospensione. Infatti le udienze vengono fissate solitamente dopo vari mesi dalla data di presentazione del ricorso. Ad udienza avvenuta, la pubblicazione della sentenza richiede altro tempo (da un mese a vari mesi…). Nel frattempo, se la cartella non è stata sospesa dal Giudice di Pace, l’Agente di Riscossione può arrivare a pignorare la vostra autovettura, la vostra casa od il vostro conto in banca. Dunque nel ricorso chiedere sempre contestualmente la sospensione dell’eventuale esecuzione del provvedimento impugnato.

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